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giovedì 29 gennaio 2015

Film "Train de vie"


Ciao a tutti, sono Jasmine e vorrei commentare il film visto oggi in classe, Train de vie.

Questo film mi è davvero piaciuto, anche perché cercava di trovare un modo ironico per rappresentare e mostrare ciò che è successo, permettendomi di vedere questa parte di storia sotto una prospettiva diversa e più originale.

Un particolare che mi ha colpito è stato l’atteggiamento del protagonista, Shlomo, nei confronti degli orrori della deportazione e della morte. Shlomo infatti sembrava non temere la morte e lo dimostra lui stesso in una scena del film, dove alla frase “Noi moriremo” risponde con un’alzata di spalle e un sorrisetto. Anche nella scena finale la sua espressione non è addolorata o seria, ma sorridente, anche dietro al filo spinato del campo.

Altro fatto che mi è rimasto, nonostante non sia inerente all’olocausto e alla guerra, è stato che il protagonista, che la maggior parte dei concittadini inizialmente considerava matto e vedeva come il cosiddetto “scemo del villaggio”, era in realtà il più riflessivo, profondo e ingegnoso di tutti.

È stato particolare osservare la storia da questo punto di vista, anche perché il finale – che tra l’altro mi ha tolto il respiro –, era aperto e ognuno era libero di interpretarlo.

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