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venerdì 30 gennaio 2015

Buongiorno, oggi in classe il docente di italiano ci ha proposto un film ricorrente alla giornata della memoria, il 27 gennaio, che parlava della deportazione degli ebrei nei campi di concentramento da parte dei nazisti.
Di questo film purtroppo non posso farvi la trama perché oggi è solo stato ripreso dalla classe, per il fatto che l’inizio del film è stato visto il giorno prima e io non ho potuto seguirlo perché non sono stato bene e di conseguenza non sono andato a scuola. Per cui vi parlerò di quello che ho provato negli ultimi minuti del film.
Da subito mi sembra angosciante perché gli ebrei si trovavano in un treno dove dovevano lasciare la Germania e attraversare il confine in modo da non farsi portare nei campi di concentramento. Il film a pochi minuti dalla fine sembrava che finisse bene, perché al confine tra Germania e Russia trovarono dei nazisti che in realtà erano anch’essi ebrei in fuga dall’imminente massacro, ma proprio quando sembrava che fossero oltre la Germania un uomo in un campo di concentramento finisce di raccontare la sua storia inventata. In quel momento, oltre ad essere tragico per il fatto che stava soffrendo, è stato molto forte perché per loro era solo un sogno che non sarebbe mai stata realtà. AA
Buonasera sono Grando adesso vi posto il mio commento sul film guardato oggi in classe “ train de vie” per la giornata della memoria.

Questo film è stato molto interessante, perché cerca di farti capire una parte di storia molto triste e drammatica in un modo divertente quasi fino alla fine.
Ci sono molte scene e personaggi che mi hanno colpito, il personaggio che mi ha colpito di più è stato il colonnello, che aveva il ruolo più importante e difficile. Con grande “personalità” risolve questioni davvero rischiose, con una difficoltà aggiunta che era la lingua, perché il tedesco non era la sua lingua madre. Ma come ho già detto in precedenza nel film c'è anche una parte triste.


Quando pensi che il film sia finito bene, ti appare un primo piano di un ebreo “Shlomo”, dietro a un recinto di filo spinato con i vestiti a righe, dopo aver visto tanta allegria da parte di tutti e soprattutto la sua, lo si vede triste dietro a quel recinto dove desidera di realizzare il suo sogno quello di andare in Palestina, ma lui da li non può fuggire da quel recinto.
Personalmente  trovo che il film “Train De Vie” sia stato molto bello, per un motivo in particolare: gli ideatori della pellicola hanno saputo rendere “divertente” un argomento così duro e delicato.
Il personaggio che mi è piaciuto in assoluto di più è stato Shlomo. Mi è piaciuto perchè aveva sempre una soluzione per tutto e tante buone idee, ma mi è piaciuto soprattutto perchè faceva tutto con un sorriso da bambino sul viso. Aveva una personalità infantile, ma nel senso buono della parola. Cioè: sapeva affrontare ogni difficoltà con la leggerezza di un bambino.
La cosa che forse mi ha colpito di più del film è stato il finale. La storia che noi abbiamo seguito per tutta la durata del dvd era solo (probabilmente) il frutto dell’immaginazione di Shlomo. Fish



A scuola abbiamo visto il film ”Train de vie” in occasione della giornata della memoria. La visione è stata per me molto toccante e istruttiva in quanto il film trattava l’argomento della persecuzione in maniera a volte divertente ed altre facendo riflettere (in particolare la scena finale).
Il film mi ha aiutato a comprendere gli usi e i costumi della popolazione ebraica in particolare l’importanza che rivolgono all’unione del gruppo come priorità, nonostante le difficili situazioni in cui si imbattono.
Mi è particolarmente piaciuto il modo in cui vengono sdrammatizzate alcune scene con un po’ di divertimento (come la missione di recupero del compagno da parte di mortekai) e la collaborazione da parte di tutti per il raggiungimento del loro scopo.
Il film è toccante non per la presenza di scene che mostrano gli effetti della persecuzione sulle persone ebraiche, ma perché queste sono spaventate dalle dicerie al punto da cercare di mettersi in salvo senza aver visto con i propri occhi la reale minaccia, e ciò fa riflettere sulle indicibili cose che accadevano.

La parte che mi ha sicuramente colpito maggiormente è il finale perché con le sue possibili interpretazioni mi ha lasciato un senso di vuoto e continua a tornarmi in mente facendomi pensare all’intero film alla ricerca del punto mancante. G.F.

giovedì 29 gennaio 2015

Train de vie – Un treno per vivere
1998, regia di Radu Mihăileanu

Commento al film

Non è questo il genere di film che necessita di commenti: per ciò che racconta... per ciò che significa e rappresenta. A mio modesto avviso, la chiave ironica nella quale è narrata questa meravigliosa pellicola cinematografica contribuisce ad aumentare 'in modo esponenziale' l'effetto del finale: un vero 'proiettile' sparato sull'anima, l'acqisizione della consapevolezza di ciò che è stato e non può essere cambiato, che NON DEVE essere dimenticato. E' struggente dover capire che sperare è l'ultima possibilità di vita, che ti mantiene in vita: creare nella mente un'illusione, per poi cedere il passo... Cederlo, in questo caso, alla più grave, forse, fra le più gravi, vergognose macchie della storia umana. Bellissimi e profondi i simboli: la svastica spezzata dall'albero, sradicato dal treno; la stella di David in fiamme, il sottile scambio di battute nei dialoghi...
Un finale che non lascia spazio a commento alcuno, ma solo ai sentimenti, una manciata di secondi, intensi; per non dimenticare.
                                                                  Elio

Commento al film “Train de vie”


 

Il film visto oggi in classe mi ha colpito molto perché mi ha suscitato emozioni contrastanti, durante la maggior parte del film mi è sembrata emozionante l’idea di un folle ebreo capace di riuscire ad evitare i campi di concentramento nazisti.
Alla fine del film, però, quando si vede la luce in fondo al tunnel per la libertà, ecco un fulmine a ciel sereno... Schlomo, il pazzo del villaggio, è rinchiuso in un lager e le sue parole fanno capire che era tutta una sua invenzione.
Quest’attimo di pensiero ribelle ci fa capire quanto soffrissero, tanto da avere un’idea folle, ma che si rivela geniale, così geniale da "fregare" tutti i tedeschi con il loro treno fantasma e quindi, a pensare a un finale diverso dalla loro prigionia.
Il regista ha avuto inoltre l’idea di inserire simboli del futuro rispetto al film, come la rivolta comunista dopo la caduta del nazismo (l’albero che rompe la svastica), il tutto combinato con scene di tenerezza di bambini ebrei, che quasi fanno da anticipazione al triste finale.
Le scene che mi hanno colpito di più sono state due, oltre a quella finale: quando la nonna della bambina le dice che “la terra potrebbe essere santa in ogni posto, basterebbe volerlo. Così non sarebbe mai più lontana” e un’altra frase del pazzo: “Un giorno, viaggeremo nello spazio, al di là del cielo, adesso lo so. Lo spazio non è più nei nostri cuori, e noi andremo a cercarlo altrove.”
Entrambe le frasi ci fanno riflettere su quanto dolore fisico ed emotivo è stato provato ed è ancora provato oggi da tutti gli uomini che partecipano alle guerre, perché in guerra non ci sono vincitori, ma solo sconfitti; la frase di Schlomo fa pensare che, dopo la morte, tutti gli ebrei staranno meglio di quelli che li hanno fatti soffrire e, proprio da questa frase, si capisce che il pazzo non era lui, ma lo erano tutti i nazisti. 

Federico
Buonasera a tutti ,ecco quello che penso del film che abbiamo visto in questi giorni :
TRAIN DE VIE –UN TRENO PER LA VITA-
Ero pronta a vedere uno dei soliti film sull’olocausto , essendo abituata a vedere questo genere di film che trasmettono tristezza per tutta la durata del film  . Invece no mi sbagliavo questo film è molto diverso da tutti gli altri perchè ci sono scene molto divertenti e altre invece che fanno riflettere , per esempio una scena molta significativa secondo me  fu quella dove il treno partendo fa cadere un albero e questo cadendo distrugge una svastica.
Guardando il film all’inizio ero pronta ad aspettarmi il peggio perché ero sicura che prima o poi sarebbe successa una disgrazia invece no filava tutto liscio e quindi cominciai a pensare che per una volta ci poteva essere un lieto fine invece no mi sbagliavo di nuovo il finale mi ha lasciata senza parole molto confusa e scioccata non mi sarei mai immaginata un finale così , è stato inaspettato e significativo.
Il finale deve essere interpretato  a seconda delle persone , a me sorgono molte domande per esempio: Shlomo si è inventato tutto? E gli altri che fine hanno fatto? Sono mai esistiti o era solo il frutto della sua immaginazione? Oppure anche loro sono nel campo di concentramento?

Sicuramente è uno di quei film che non si dimentica facilmente ed è giusto che sia così perché queste cose devono essere ricordate per fare in modo che non accadano mai più.

Asia

Train de vie.

"Raccontami la tua storia"
"Si, ma è insopportabilmente triste, avrei  voluto che finisse in un modo differente, posso indorare la pillola? Ho il diritto di non accettare il vero finale della mia storia e immaginarne uno, anche se sarebbe una falsa speranza, diverso?"
"Tu sei pazzo, una cosa triste è semplicemente triste, non risolverai niente fingendo che non lo sia"
" Si lo so, probabilmente sono pazzo, ma loro non moriranno nella mia storia, continueranno a vivere dentro alla mia storia. Ti racconterò di un popolo universale, di ebrei, comunisti, zingari e finti fascisti che collaborano alla costruzione di un treno  per  vivere, sai... poi vivono!
Questa  è la vera storia del mio Shtetle, o quasi"

Shtetl, shtetl, shtetele non mi dimenticare,
Shtetl, sono partito un giorno in treno
per andare lontano,
Shtetl, shtetl, shtetele
per non incontrare gli occhi della gente.
Quello che mi tiene ancora in vita
è la sublime follia, è la sublime follia
il treno per vivere

Tutti vorremmo riscrivere la storia della strage della seconda guerra mondiale, ‘Train De Vie’ ci ha regalato un finale a lieto fine, una storia con tanti sorrisi che ci ha insegnato che forse non esiste un dio ma l’Uomo, che in un terno per la vita ci possono salire tutti, nel treno per la vita la musica ha vaghe origini di ogni cultura e non si parte finché tutti non sono a bordo.
Alla fine però ci ha bruscamente portato via la nostra favola, com’era giusto che fosse.

                                                                                                                               Barbara.


Buonasera, sono Valentina 
Oggi ha scuola, per la Giornata della Memoria, abbiamo visto il film  "Tren de vie".  

Guardando questo film ho capito come la libertà può essere distrutta da una "razza" che si sente superiore.

Molto interessante la scelta dell'autore di far vivere lo spettatore in maniera iroica e allegra un orgomento così forte. Anche la scelta di lasciare libero il finale, interpretandolo ognino in maniera differente, trovo che sia una novità di questo genere di film.

La mia scena preferita è quella in cui la comunità ebraica, convinta di essere stata catturata dai tedeschi, scopre che in realtà di trattava di un comunià zingara e festeggiando tutti insieme la loro felicità e la loro cultura.
Questa dimostra come due comunità con cultura e origini differenti possano convivere e condividere le proprie emozioni.

Consiglio di guardare "Tren de vie" a coloro che non l' hanno visto , perchè non è il solito film sul nazismo e campi di concentramento.

Buonasera, sono Alice e adesso vi posto il mio commento sul film "Train de Vie", che abbiamo visto in classe in onore della giornata della memoria.

Il film mi ha trasmesso sentimenti felici e tristi contemporaneamente. In tutta la prima parte del film si assiste a scene allegre, divertenti, che fanno ridere e anche un po’ surreali dato il periodo in cui è ambientato. Inoltre queste scene mi hanno fatto effetto in quanto siamo abituati a vedere film 
sull'olocausto molto più pesanti ricchi, per esempio, di violenza o di scene forti sui campi di concentramento. Per la prima ora e mezza mi ha trasmesso, oltre all'allegria, anche ansia perché potevano essere scoperti da un momento all'altro. Inoltre mi sono piaciuti molto i messaggi che lasciava, in particolare quello del palo che cade sul simbolo nazista appena partono con il treno dal loro villaggio.

Il finale mi ha trasmesso tristezza e dispiacere per tutti i personaggi, perché si vede il protagonista chiamato “il pazzo”, il quale è il narratore di tutta la storia, in un campo di concentramento rassegnato dal fatto che da quella realtà, purtroppo, non si poteva scappare.