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giovedì 29 gennaio 2015

Train de vie.

"Raccontami la tua storia"
"Si, ma è insopportabilmente triste, avrei  voluto che finisse in un modo differente, posso indorare la pillola? Ho il diritto di non accettare il vero finale della mia storia e immaginarne uno, anche se sarebbe una falsa speranza, diverso?"
"Tu sei pazzo, una cosa triste è semplicemente triste, non risolverai niente fingendo che non lo sia"
" Si lo so, probabilmente sono pazzo, ma loro non moriranno nella mia storia, continueranno a vivere dentro alla mia storia. Ti racconterò di un popolo universale, di ebrei, comunisti, zingari e finti fascisti che collaborano alla costruzione di un treno  per  vivere, sai... poi vivono!
Questa  è la vera storia del mio Shtetle, o quasi"

Shtetl, shtetl, shtetele non mi dimenticare,
Shtetl, sono partito un giorno in treno
per andare lontano,
Shtetl, shtetl, shtetele
per non incontrare gli occhi della gente.
Quello che mi tiene ancora in vita
è la sublime follia, è la sublime follia
il treno per vivere

Tutti vorremmo riscrivere la storia della strage della seconda guerra mondiale, ‘Train De Vie’ ci ha regalato un finale a lieto fine, una storia con tanti sorrisi che ci ha insegnato che forse non esiste un dio ma l’Uomo, che in un terno per la vita ci possono salire tutti, nel treno per la vita la musica ha vaghe origini di ogni cultura e non si parte finché tutti non sono a bordo.
Alla fine però ci ha bruscamente portato via la nostra favola, com’era giusto che fosse.

                                                                                                                               Barbara.


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